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La letteratura: un ponte tra diversi popoli (Sara Salone sulla Romania)

Carissime lettrici, carissimi lettori,
eccovi la nostra intervista con Sara Salone, che la settimana scorsa ci aveva permesso di fare un breve viaggio
nella letteratura romena, ancora troppo poco conosciuta in Italia.
Qui di seguito vorrei presentarvi l’intervista con Sara per focalizzare nuovamente sull’importanza interculturale della traduzione e della letteratura.
La letteratura come impegno, come lotta per la pace e per la convivenza… ecco il significato che la letteratura riveste per noi.
Grazie mille!!
Dr. phil. Milena Rampoldi – ProMosaik e.V.


Milena Rampoldi: Come possiamo come traduttori contribuire oggi al discorso
interculturale e all’educazione all’empatia interculturale?

Sara Salone: Il traduttore si occupa delle basi
di questo processo, ovvero si immerge nelle culture di altri popoli,
restituendole poi in un linguaggio comprensibile a tutti. In questo senso
ritengo che il lavoro dei traduttori sia fondamentale. La traduzione è il
ponte. Senza di essa non avremmo accesso alla maggior parte della conoscenza,
dell’informazione. Saremmo aridi e il discorso interculturale, la sensibilità
“all’altro” nemmeno esisterebbero.


MRQuali sono gli aspetti
fondamentali di questo dialogo e che cosa significa empatia interculturale per
te personalmente?


Sara Salone: Spesso non abbiamo un’idea precisa
di quello che capita nel mondo, di cosa significhino davvero la guerra, la
dittatura, la povertà, l’abbandono. Sappiamo che esistono ma si tratta pur
sempre di qualcosa di molto lontano da noi. Leggere un romanzo, entrare nei
panni “dell’altro”, fosse anche per un centinaio di pagine, ci permette di accedere
ad una realtà del tutto differente, e ci aiuta ad affinare una sensibilità
spesso sopita.

MR:  Come possiamo
costruire ponti tra culture mediante la letteratura?

Sara Salone: La letteratura ha la responsabilità
e l’onore di fare da mediatrice, ed in questo senso è uno strumento molto
potente. È il modo più veloce e semplice per entrare in contatto con altri
mondi e per capire che le differenze sono fonte di ricchezza culturale.




MR: Come possiamo andare
oltre la letteratura comparata e servirci del discorso interculturale per
promuovere i diritti umani e la comprensione tra i popoli?


Sara Salone: Trasformando il discorso
interculturale in un mezzo di diffusione di conoscenza. La letteratura non è più
solo “materia scolastica” o “passatempo”: un libro non è un oggetto fine a sé
stesso, può divenire uno strumento per acculturare, informare, sensibilizzare,
scandalizzare, scuotere coscienze. 

MR: In che modo la
letteratura riesce a contribuire alla pace?

Sara Salone: La pace si costruisce attraverso il
dialogo. E la conoscenza. È normale avere paura di ciò che non si conosce,
cedere allo stereotipo, al pregiudizio. In questo senso, se la letteratura si
mette a disposizione del dialogo e della promozione sociale e culturale, la
diffusione della conoscenza sarà maggiormente attuabile e i progetti di pace
più concreti.

MRi: Che cosa hai imparato
dalla Romania per la tua vita personale?

Sara Salone: Ho avuto il privilegio di incontrare
e conoscere persone meravigliose, disponibili e generose. Mi ha colpito
soprattutto la straordinaria umiltà di alcuni scrittori, editori e attori che
ho conosciuto: lì la vita intellettuale è una questione di vocazione, di
dedizione appassionata, di responsabilità. Nessuno mi ha mai negato due
chiacchiere, un’informazione, una curiosità, anche se ero “l’italiana che
nessuno conosce”. Mi sono sentita incoraggiata a proseguire in questo mestiere
complesso che è la traduzione, sono tornata a casa con maggiore determinazione.