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Recensione del libro del Prof. Yakov Rabkin, Comprendere lo Stato di Israele


Alla fine
dell’Ottocento un gruppo di ebrei laici emancipati dell’Europa centrale ed
orientale ebbero un’idea rivoluzionaria. Abbandonando l’ebraismo con i suoi
valori etici e i suoi comandamenti religiosi, articolarono l’idea di un
nazionalismo ebraico, ispirato da numerose persone delle loro regioni, dagli
ungheresi agli estoni che aspiravano all’autodeterminazione e dall’indipendenza
nazionale. Il sionismo trovò i suoi più fervidi sostenitori all’interno
dell’Impero Russo, ove la gioventù secolarizzata non solo abbracciò l’ideale
sionista, ma era anche determinata a metterlo in pratica in un progetto
politico concreto che rompeva completamente con l’ebraismo in senso teologico.
Nello stesso
periodo l’idea sionista non trovò molto sostenitori tra gli ebrei, molti dei
quali, sebbene avessero convinzioni politiche e religiose diverse, si opponevano
tutti ad essa in quanto nazionalista e colonialista. Quest’opera del Prof.
Rabkin a mio avviso permette al lettore di accedere a diverse fonti dell’opposizione
ebraica al sionismo. Per me personalmente sembra di fondamentale importanza
mostrare proprio l’avversione ebraica nei confronti del sionismo per poi
provare, come il sionismo colonialista abbia ben poco in comune con l’ebraismo
e i suoi principi etici e anche la sua visione metastorica. Mentre a livello
spirituale il Paese di Israele acquista un’importanza cruciale all’interno
della tradizione ebraica, questa stessa tradizione mette anche in guardia dalla
migrazione di massa e si oppone ovviamente anche all’uso della forza per
compierla prima dell’avvento del Messia. Dunque il sionismo, considerato su un
versante religioso ebraico, costituisce una rottura radicale con la continuità
del pensiero e della tradizione spirituale ebraica e va dunque rifiutato non
solo come colonialista, ma anche come anti-ebraico e anti-etico sul versante
della tradizione spirituale ebraica.
L’idea di una
riunione fisica degli ebrei in Terra Santa emerse per la prima volta tra i
cristiani, intenzionati ad accelerare la seconda venuta di Cristo, colonizzando
la Palestina. Questo libro indaga un aspetto poco conosciuto del sionismo che è
quello legato alle sue origini cristiano-messianiche. Questo aspetto serve
anche a spiegare il forte sostegno pro-israeliano che si ha oggi nella politica
statunitense ove i gruppi protestanti-evangelici sono numerosi e influenti. I cristiani
sionisti considerano Israele quale espressione della loro fede e identificano
il cosiddetto “Stato Ebraico” con un bastione contro la religione islamica.
Inoltre l’esempio politico, economico e politico di Israele ci mostra
l’orientamento politico di destra di Israele: basti pensare alle politiche
economiche, ai servizi sociali e al controllo dell’immigrazione di numerosi
politici di destra europei, le cui idee assomigliano moltissimo a quelle dello
Stato di Israele. 
Nonostante i
movimenti di emancipazione europei, che promisero l’eguaglianza agli ebrei
dell’Europa centrale ed occidentale, gli ebrei si ritrovarono dinnanzi al
dilemma di dover optare tra le società miste liberali e una nazione-stato
propria. Il detto dilemma continua a determinare gli atteggiamenti degli ebrei
nei confronti della politica e della natura dello Stato di Israele: da una
parte si hanno gli ebrei che sostengono la politica israeliana in modo
incondizionato, secondo la parola d’ordine “Israele può tutto e ha anche
ragione quando e soprattutto quando ha torto” e dall’altra si trovano invece
coloro che si oppongono per principio al sionismo quale teoria dello Stato
ebraico perché la considerano in contraddizione con l’essere ebrei che non
prevede una nazione conquistata con la forza. La questione dell’identità figura
soprattutto nelle sfide alla legittimità dello Stato di Israele che divide gli
ebrei più di ogni altra questione politica, sociale o religiosa. 
Quest’opera del
Prof. Rabkin mette anche in evidenza la nozione cruciale secondo la quale non
ogni ebreo deve essere necessariamente un sionista e dunque automaticamente un
fervido sostenitore dello stato di Israele che secondo i sionisti rappresenta
la patria sicura degli ebrei che qui sono protetti dall’antisemitismo che
invece subiscono al di fuori di Israele, un’idea del tutto contradditoria.
Basti pensare alla grande filosofa Hannah Arendt che intravvide molto presto la
relazione nel sionismo tra antisemitismo fomentato all’estero e invito al
ritorno in patria, come praticato oggi da Netanyahu con gli ebrei francesi
all’indomani di Charlie Hebdo dall’altra. Infatti, come suggerisce Hannah Arendt,
l’aumento dell’antisemitismo e l’invito sionista a colonizzare Palestina vanno
perfettamente d’accordo.

Anche secondo
il Prof. Rabkin ogni opera che tratta di Israele deve anche per forza di cose
affrontare la questione dell’antisemitismo. Quest’opera mostra che il sionismo
non costituisce una semplice reazione alla persecuzione anti-semita. Getta
infatti luce sulla modalità secondo cui alcuni ebrei integrano l’olocausto in
un contesto teologico della tradizione ebraica millenaria dell’esilio, mentre
altri trasformano la memoria del genocidio nazista in un’argomentazione forte
per appellare all’unità nazionale israeliana e all’alleanza sionista nella
diaspora.
Quest’opera
contribuisce a focalizzare nuovamente su degli aspetti già affrontati da
diversi autori per ritrattare di tematiche fondamentali riguardanti gli affari
esteri, la storia contemporanea del Medio Oriente e la storia ebraica. Illumina
anche alcune questioni riguardanti il futuro degli ebrei e dello stato moderno
di Israele. Per me personalmente in questo testo è anche fondamentale
l’approccio del revisionismo storico che riprende delle pagine soppresse dalla
storia, offrendo in questo modo una prospettiva innovativa sugli obiettivi
raggiunti dal sionismo quale potere scientifico, tecnologico e militare, che
l’autore comunque vede quale espressione di un colonialismo anti-ebraico e
anti-etico.
Il Prof. Yakov
M. Rabkin insegna storia all’università di Montreal in Canada dal 1973,
occupandosi particolarmente di storia ebraica contemporanea. Un suo testo
fondamentale per capire il movimento antisionista ebraico è A Threat from
Within: a Century of Jewish Opposition to Zionism
(Palgrave Macmillan/Zed
Books) che analizza diversi pensatori ebrei antisionisti.
Un altro articolo da leggere sul tema:
http://www.bocchescucite.org/israele-contro-gli-ebrei/