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Il Banchetto del Re nel Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto – Casa della Pace a Roma


Carissime lettrici, carissimi lettori,

vi ricorderete sicuramente della nostra
collaborazione con la Parrocchia di San Carlo di Sezze a Roma e con Paolo Conte
del Centro di Formazione Giovanile Madonna di Loreto – Casa della Pace, attiguo
alla Parrocchia di San Carlo da Sezze a Roma.

Qui trovate tutto:

http://promosaiknews.com/2015/02/il-nostro-nuovo-progetto-con-la-paolo.html
http://promosaiknews.com/2015/02/la-nostra-intervista-con-paolo-conte.html

Qui trovate anche il nostro video sul
significato del dialogo interreligioso e della pace per la costruzione di una
casa interreligiosa della pace tra cristiani e musulmani:

https://www.youtube.com/watch?v=7vgGDugY3xk

 Siamo lieti di presentarvi ora l’esperienza del
banchetto del Re, organizzata dal Signor Conte e dal suo team, in occasione
della Festa cristiana della Pasqua. 

Il dialogo interreligioso significa partecipazione, incontro, empatia.
I momenti quotidiani sono quelli che meglio ci insegnano questi principi profondi.

 

Ecco il racconto di Paolo.

IL BANCHETTO DEL RE
Ricordo bene quella sera di più di trenta anni fa. Era un
venerdì e nel capanno di cantiere trasformato in chiesa, sala di riunioni e
tutto quanto immaginabile, cento metri quadrati, caldo d’estate e freddo
d’inverno, stavamo aspettando che Don Mario iniziasse la preannunciata
catechesi sulla Carità. Eravamo molto curiosi, ancora affascinati dal ricordo
della catechesi sulla Fede, vissuta da tutti noi con entusiasmo e meraviglia
anche perché neppure lo stesso Don Mario sapeva che sarebbe durata un anno
invece dei tre mesi programmati.
Ma prima della Messa, come faceva sempre, Don Mario
cominciò con una lunga premessa che riporto in breve.
“Ci stiamo avvicinando alla Carità, ovvero all’essenza
stessa dell’Amore di Dio e dobbiamo fare attenzione a non confondere questa
virtù teologale con due cose che sarebbero invece fuorvianti, l’astrattezza e
l’attivismo fini a se stessi. La Carità è una virtù operativa, transitiva. Io
non posso dire di amare in modo teorico e generico, io invece, se amo una
persona, glielo devo far percepire e dimostrare nei fatti. 
Ma d’altra parte la Carità non può ridursi a fare
qualcosa tanto per farla, senza capire perché la si fa, senza preoccuparsi
della persona che vogliamo aiutare.
Ecco allora cosa faremo. Siamo ai primi di ottobre,
incominciamo a camminare nella conoscenza della Carità e, contemporaneamente,
per Natale, prepariamo un pranzo per cento poveri. Ma non una cosa tanto per
fare, un po’ di pasta e di secondo in piatti di plastica, self service, no
dovrà essere un vero e proprio pranzo di Natale, come quello che farete il 25
dicembre. Quindi i nostri ospiti saranno seduti a tavola, serviti da noi,
fiori, festoni natalizi, tavoli di legno, tovaglie di stoffa, piatti di
ceramica, posate di metallo, bicchieri di vetro, antipasti, primo, secondo,
contorni vari, frutta, dolce, caffè, tutte vivande e bevande di buona qualità,
musica, animazione, facciamo festa e, visto che è Natale, un regalo per tutti
quanti.
E dove li troviamo cento poveri? Semplice, li andate a
cercare per tutta Roma, li invitate uno per uno, li aiutate a venire e se serve
li riaccompagnate a casa. E le vivande e le bevande? Preparatele voi e andate a
chiederle alla gente.”
Pura follia? Crescendo nella catechesi, scoprimmo come il
Signore ci spianava la strada per superare mille ostacoli e difficoltà apparentemente
insormontabili (i tavoli, gli spazi, le sedie eccetera eccetera) e finalmente
ci fu questo pranzo, venne anche il Cardinale Poletti, era la prima volta che a
Roma si organizzava qualcosa del genere, non era una mensa per poveri –
faccenda comunque meritevolissima – ma il banchetto che il Re dei Cieli offre
ai suoi invitati più cari, i poveri che almeno una volta all’anno hanno il
diritto di sentirsi privilegiati. Che bello toccare con mano la Provvidenza che
si cura dei poveri, il Signore che non si lascia vincere in generosità.
La cosa finì lì, anche se continuarono per anni i
rapporti tra i giovani del Centro e i poveri che erano stati ospitati.
Ci furono gli anni eroici della costruzione della Chiesa
e del Centro, i tanti gravi malanni di Don Mario, l’abbruciamento del 1996. Noi
sempre meravigliati del miracolo di vedere quell’uomo ancora attivo e presente
tra noi, pur essendo stato dichiarato ogni volta senza speranza dopo tanti
eventi che avrebbero distrutto chiunque.
Avevamo avuto modo in occasione della Giornata Mondiale
della Gioventù del 2000 di accogliere, ospitare e sfamare 350 giovani
provenienti dalla Polonia. Tutte le mattine, prima che partissero per le
attività del Giubileo, davamo loro la colazione nello scatenatoio, il grande
salone che sta sotto il Teatro Don Mario Torregrossa.
Sarebbero dovuti partire domenica 20 agosto. E invece,
all’ultimo momento ci vennero a dire che sarebbero partiti lunedì mattina e che
non avevano nulla da mangiare per la cena di quella domenica. Come far cenare
350 persone in una domenica di agosto? Facciamo un appello alla Messa delle
11.30 ad una assemblea ferragostana, non senza qualche timore. Portate pasta al
forno e quello che volete e potete entro le 18 di oggi.
Mangiarono 350 persone, benissimo, portarono via cibo per
il viaggio, tutti felicissimi. E ne avanzò pure per i nostri poveri del lunedì
mattina. Nulla andò sprecato. La nostra amica Provvidenza aveva provveduto alla
grande!
Forse per questo non fummo sorpresi quando all’inizio
della quaresima del 2002 Don Mario ci disse: “Dobbiamo fare qualcosa per i
giovani del Centro, per far capire loro cosa significa la Carità, altrimenti
corriamo il rischio di farne del mostri di egoismo. Che ne dite, riprendiamo il
Banchetto del Re? Organizziamo il pranzo di Pasqua per 200 poveri?”.
E da allora ogni anno all’inizio della quaresima
ricominciamo con i tagliandi, con gli inviti eccetera eccetera.
Qualche nota organizzativa di quest’anno.
Abbiamo invitato 193 persone, 80 nuclei familiari.
Un’altra diecina di persone si è presentata direttamente giovedì mattina. Una
ventina di persone, pure invitate, all’ultimo momento non è venuta. Abbiamo
avuto un incremento di presenze tra gli amici musulmani, forse anche a seguito
dell’incontro di febbraio sui colloqui affabili.
Abbiamo coinvolto una novantina di volontari, una
sessantina tra giovani del Centro e spontanei e una trentina di adulti, tra la
Comunità di Animazione del Centro, Caritas Parrocchiale e altri amici che
collaborano con le nostre iniziative caritatevoli (collette alimentari).
Ormai in tanti organizzano mense per i poveri, azioni
altamente meritorie perché spesso portate avanti con periodicità settimanali se
non quotidiane. A questi nostri amici delle Caritas Parrocchiali che fanno
questi veri e propri miracoli va tutta la nostra ammirazione. Il nostro
Banchetto del Re è una questione un po’ diversa, come è diverso e ricco di
fantasia il modo in cui il Signore si occupa del suo popolo.
Ed eccovi un video per rivedere il tutto dal vivo:
https://www.youtube.com/watch?v=j_Plmnp3Y5Y&feature=em-upload_owner
Buona lettura a tutti e grazie
Dr. phil. Milena Rampoldi di ProMosaik e.V.