General

Nazim Hikmet – La bambina di Hiroshima

Buona serata a tutti,

vorrei presentarvi una bellissima poesia del poeta turco Nazim Hikmet sul destino dei bambini colpiti dalle bombe atomiche americane nel 1943 a Hiroshima e Nagasaki…

Noi di ProMosaik e.V. siamo fermamente convinti dell’importanza essenziale della memoria quando ci vediamo confrontati con eventi talmente pesanti e disumani… un aspetto che abbiamo messo spesso in luce durante questi 33 giorni della guerra israeliana contro la popolazione civile a Gaza.

Non troviamo le parole ….. non riusciamo dire l’inesprimibile…
Come molti altri poeti, Hikmet crediamo sia riusciuto a cogliere alcuni aspetti della tragedia….

Siamo lieti di sentire il vostro parere sulla poesia.

E lasciateci combattere tutti insieme per un mondo di domani senza le bombe atomiche!

Dr. phil. Milena Rampoldi

Redazione di ProMosaik e.V. 

Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.

Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette
perché i bambini morti non diventano grandi.

Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi anche il vento ha disperso la cenere.

Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.

Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra
firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.

Fonte: son.tv