General

Ishtar Verona

Ishtarvr
Assocazione: ishtarvr.org
Sito web:         http://www.ishtarvr.org
Settori di attività:
L’Associazione Ishtarvr nasce a Verona il 5/6/2001.
E’
stata fondata da alcune donne straniere, in massima parte mediatrici
culturali e da numerose donne italiane, insegnanti di ogni ordine e
grado, dal nido all’Università, assistenti sociali, psicologhe, mediche,
artiste, ecc. Nei primi anni della sua esistenza è stata ospite del
Circolo della rosa di Verona, che ne ha attivamente appoggiato
l’attività.

E’ nata con la finalità di
costituire un luogo di incontro, di conoscenza, di scambio e di
elaborazione culturale tra donne appartenenti a culture diverse. La
scommessa era quella di fare emergere e rendere visibili le risorse
creative delle donne migranti e arricchire il sapere e la comprensione
del mondo di donne italiane spesso coinvolte per lavoro nella relazione
con le straniere e i loro figli. L’Associazione ha quindi contribuito
all’apertura, dal gennaio 2005, di Casa di Ramia, centro interculturale
comunale di donne nel quartiere di Veronetta e partecipa tuttora alla
gestione di alcune attività della Casa attraverso una convenzione con il
Comune.

Obiettivi:
Veniva
individuato come zona di particolare interesse per l’apertura del
Centro il quartiere di Veronetta, che appartiene al tessuto storico di
Verona, ha subito negli ultimi due decenni profonde trasformazioni
dovute da un lato all´espansione dell´Università, dall´altro al
progressivo insediamento di famiglie di immigrati in situazioni
abitative spesso precarie. Data la mancanza nel quartiere di luoghi di
incontro e di socializzazione, il territorio risultava occupato da
gruppi di diversa provenienza e collocazione sociale che si sfioravano
senza potere instaurare alcuna forma di comunicazione.

Si
riteneva quindi che il permanere di questa situazione potesse
determinare da un lato forme di chiusura e di autoemarginazione tra gli
immigrati, dall´altro l’approfondirsi di sentimenti di ostilità negli
antichi abitanti che avvertivano nella presenza di studenti e di
stranieri una forma di invasione e di deterioramento dell´antica
fisionomia del territorio cittadino in cui erano radicati.

Ci si proponeva quindi di:
1.
Offrire occasioni di incontro e di frequentazione abituale tra donne di
diverse culture perché solo la conoscenza personale, tra individui
radicati nella propria storia e portatori di un progetto di vita,
permette di superare gli stereotipi e i pregiudizi.

2.
Permettere alle donne italiane di realizzare il desiderio di relazione,
di scambio con donne di cultura diversa divenute abitatrici della
nostra città.

3. Permettere alle donne
migranti di manifestare e di vedere riconosciute competenze e risorse
personali cui il ruolo lavorativo assunto nell´immigrazione spesso
impedisce di emergere.

4. Sostenere le
madri nella valorizzazione della lingua materna come strumento
strettamente legato all´autostima, al senso di appartenenza e di
identità della cultura d´origine.

5.
Incoraggiare l´apprendimento della lingua italiana per acquisire
opportunità relazionali, lavorative, e una maggiore sicurezza nei vari
contesti di vita quotidiana. La competenza nella lingua del paese
d´arrivo è inoltre un elemento di rafforzamento dell´autorevolezza delle
madri e del valore delle loro parole per educare.

6.
Alimentare uno scambio tra donne italiane e straniere sulle questioni
della salute e della cura di sé allo scopo di alleviare il disagio
psicofisico, diminuire l´eccessiva medicalizzazione e l´insorgenza di
malattie psicosomatiche.

7. Alleviare
l´ansia legata al fatto di dover crescere i propri figli fuori della
rete parentale e in una cultura differente dalla propria.
La redazione di ProMosaik