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Unser Projekt 4 – Dr. phil. Milena Rampoldi: Alcune considerazioni su Nagib Mahfuz e le sue opere

Liebe Leserinnen und Leser,


in diesem Essay geht es um die Vorstellung der Weltanschauung und der Hauptwerke des ägyptischen Nobelpreisträgers Nagib Mahfuz. Mit diesem bescheidenen literarischen Beitrag möchte ProMosaik den interkulturellen Dialog durch die Beschäftigung mit literarischen Themen anregen.


Wir freuen uns auf Ihre Zuschriften zum Thema


dankend
Die Redaktion von ProMosaik 
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In questo saggio la Dr. phil. Milena Rampoldi presenta  in
modo conciso la biografia e alcune tra le numerose opere del grande
Premio Nobel egiziano del Novecento Nagib Mahfuz. Anche questo saggio
dell’autrice mostra l’importanza di occuparsi e studiare le letterature
straniere al fine di arricchire la propria visione del mondo, un
principio fondamentale enunciato dall’asso-ciazione ProMosaik, fondata
al fine di promuovere la diversità culturale e religiosa e il dialogo
interculturale e interreligioso.


Come
l’autore del precedente progetto, Khalil Gibran, anche il presente
autore è difficilmente classificabile all’interno di una determinata
corrente letteraria. Anche in questo saggio, nel primo capitolo
l’autrice affronta la biografia dell’autore che a differenza di Gibran
rimase sempre nel suo Paese, che rappresenta l’epicentro della sua
scrittura e del suo pensiero. Per questo trattando la biografia di
Mahfuz l’autrice approfitta anche dell’occasione di tracciare
breve-mente la storia egiziana del suo tempo, caratterizzata da molti
sconvolgimenti politici tra modernismo e tradizionalismo, tra Nasser e i
fratelli musulmani.


La
Dr. Rampoldi introduce la biografia dell’autore, citando il suo
discorso tenuto in occasione dell’assegnazione del Premio Nobel. In
questo discorso Mahfuz tra l’altro si impegna a favore della giustizia
nel Terzo Mondo, a cui dichiara di appartenere: “Sì, come ha potuto
l’uomo che viene dal Terzo Mondo trovare la pace mentale per scrivere
storie? Per fortuna, l’arte è generosa e comprensiva. Allo stesso modo
in cui risiede nelle persone felici non abbandona gli infelici. Offre ad
entrambi i mezzi convenienti per esprimere ciò che si gonfia nei loro
cuori. In questo momento decisivo nella storia della civiltà è
inconcepibile ed inaccettabile che i lamenti dell’Umanità debbano
spegnersi nel vuoto”.  


Dopo
l’autobiografia di Mahfuz, nella seconda parte del saggio, l’autrice
analizza alcune tra le numerose opere del Premio Nobel arabo, iniziando
con Il Caffè degli Intrighi, che
come molte altre opere dell’autore tratta del microcosmo del Cairo che
simboleggia alla fine l’intero universo umano e sociale. Centrale nel
romanzo la figura di Qaranfula che rimpiange i ragazzi arrestati. Ecco
come politica e vita quotidiana del popolo si intrecciano in Mahfuz, il
genio del romanzo e allo stesso tempo del racconto realista breve,
sempre intriso di un certo simbolismo. Segue poi il romanzo Il ladro e i cani, del
tutto diverso dal primo e incentrato sul ladro filosofo e profeta della
negatività sociale. A questo proposito l’autrice scrive: “L’omicidio
errato è il punto d’arrivo di una scelta obbligata ma errata del
protagonista, che ha il destino già segnato e che si illude solamente di
avere qualche potere decisionale nella sua vita”. Mahfuz rimane
in-inquadrabile, pieno di influenze letterarie occidentali e allo stesso
tempo profondamente appartenente al suo mondo metropolitano del Cairo
di cui narra costante-mente anche nel prossimo testo presentato
dall’autrice, intitolato Il nostro quartiere, in cui si parla di 78 quadri cittadini che alla fine confluiscono nel Leitmotiv del monastero. I tratti della fenomenologia urbana si ritrovano infine anche in Chiacchiere sul Nilo, ove
nuovamente si ritrovano personaggi del tutto diversi, parte di un unico
microcosmo cittadino. L’impiegato Anis con le sue serate ribelli sulla
chiatta, la contrapposizione tra politica e amore… tutte tematiche
ricorrente in Mahfuz, anche nel testo tratto dal romanzo as-Sokkariya, e intitolato Ahmed e Suzanne.
La trilogia secondo l’autrice sarebbe l’espressione del “verismo” di
Mahfuz, che parla del mondo urbano del popolo. Alla fine del terzo
capitolo segue un estratto dal romanzo Chiacchiere sul Nilo per
poi passare alla conclusione del saggio in cui la Dr. Rampoldi riprende
il suo concetto dell’ermeneutica filosofica che a suo avviso va
applicata alle opere del grande Premio Nobel arabo.



Il mondo è variopinto.


Il
mondo è un grande mosaico pieno di colori, composto di moltissimi sassi
diversi collegati tra loro per mezzo di ponti interculturali e
interreligiosi.