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Unser Projekt 17 – Dr. phil. Milena Rampoldi: Islam contro la schiavitù Storia della schiavitù e delle lotte antischiaviste in Mauritania del Prof. Saïdou Kane

Liebe Leserinnen und Leser,


dieses Projekt ist die italienische Übersetzung des vorherigen Projektes, das Dank eines Sponsorings zu Gunsten von ProMosaik ermöglicht wurde.


Wir freuen uns auf weitere Unterstützung zu Gunsten der Menschenrechte und gegen die Sklaverei in Mauretanien und weltweit.


Wir freuen uns auf Ihre Kontaktaufnahme


Die Redaktion von ProMosaik 

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In quest’opera l’autrice, la Dr. phil. Milena
Rampoldi, presenta l’opera di Saïdou Kane, uno storico e sociologo mauritano
che affrontò la tematica della schiavitù mauritana su un piano prevalentemente
storico, impegnandosi tutta una vita per l’abolizione concreta della schiavitù
nel nome dei diritti umani e della lotta al razzismo e alla mentalità di casta.
ProMosaik sostiene l’abolizionismo islamico e vorrebbe dare voce agli
abolizionisti mauritani anche in Europa. Quest’obiettivo l’associazione lo
persegue tra l’altro con questa traduzione dell’opera del Prof. Kane in lingua
italiana. Noi di ProMosaik siamo lieti di ottenere altro sostegno da parte
degli sponsor al fine di poter pubblicare l’opera del Prof. Kane anche in altre
lingue. Fino ad oggi in Mauritania siamo in presenza di una società
essenzialmente schiavista, in cui vi sono persone che possiedono altre persone,
dette schiave e schiavi. 

La loro forza lavoro, e nel caso delle donne anche la
loro sessualità, vengono sfruttati al fine di arrecare vantaggio alla classe
aristocratica maura del Paese. Si tratta di una pratica indegna, disumana, spregevole e
contraria all’egalitarismo islamico.
Questa società di casta
profondamente ancorata nella mentalità della gente caratterizza il Paese sin
dall’epoca preislamica. Nel nome dell’Islam e della manipolazione dei versetti
coranici sul trattamento degli schiavi dell’epoca preislamica, ancora presenti
nella prima epoca islamica, quest’istituzione brutale che priva l’essere umano
della sua dignità si perpetua nel tempo, invece di essere abolita sulla base
delle diverse prescrizioni legali emesse nel Paese.  
In collegamento con l’opera dell’antropologo
e scrittore senegalese Tidiane N’Diaye sullo schiavismo musulmano in Africa,
intitolata Le Génocide voilé, la
Dr. Rampoldi è fermamente convinta del fatto che il mondo arabo debba smetterla
di rimuovere la propria colpa e complicità nella tratta degli schiavi africani
e debba inoltre immediatamente omettere ogni tipo di manipolazione delle fonti
islamiche per mantenere la schiavitù come un’istituzione “voluta da Allah”.  
Nella sua opera l’autrice presenta
innanzitutto la biografia del Prof. Kane, sulla base di un film documentario
girato su di lui in Francia, al fine di esprimere le idee principali di Kane e
della sua fondazione, istituita dopo la sua morte nel 2006 in seguito a un
tragico incidente stradale. Kane desidera vedere la Mauritania quale nazione
riconciliata, priva di schiavitù e che garantisca pari opportunità alle
ex-schiave e agli ex-schiavi, ossia un Paese in cui tutti i gruppi etnici
possano convivere senza discriminazione razziale, sociale ed economica, una
posizione molto simile a quella di Nelson Mandela. Per questi ideali lottano
associazioni quali EL HOR e IRA Mauritanie. La Dr. Rampoldi riporta
poi anche la seconda legge emessa dallo Stato mauritano nel 2007 per abolire
definitivamente la schiavitù: una legge che come quella del 1981 non ha mai
visto un’applicazione pratica seria e radicale.  
Secondo il punto di vista
dell’autrice, ci sono due problemi di base che si tratta di risolvere: da una
parte la cultura della schiavitù, culturalmente ancorata, con i loro meccanismi
fatali di perpetuazione dell’ingiustizia e della diseguaglianza che si esprime
nel sistema delle caste di tutti i gruppi etnici, e dall’altra
l’anti-abolizionismo islamico che per mantenere questa istituzione della schiavitù
a favore del ceto sociale al potere manipola le fonti islamiche, anziché
considerare l’Islam quale religione profondamente egalitaria e applicare i
principi fondamentali del Corano sull’eguaglianza incondizionata di tutti gli
esseri umani nei confronti di Allah Creatore e di combattere per una società
giusta.  
Segue poi il testo del Prof. Kane,
riportato in lingua francese e poi in traduzione italiana. L’autore spiega il
contesto storico dell’ancoraggio dello schiavismo nella società e ne espone
anche i motivi: un percorso affascinante di storia africana. Nell’ultima parte
del suo saggio l’autore presenta poi le rivolte antischiaviste, tra cui figura
quella molto nota di Fuuta Toro nel 1785 e i movimenti emancipatori di EL HOR e
le ONR che si impegnano a favore della liberazione delle schiave e degli
schiavi nel Paese. In questo contesto, noi di ProMosaik vorremmo ricordare in
particolare Biram Dah Abeid di Ira
Mauritanie
che fino ad oggi si impegna per la liberazione degli schiavi
mauritani.  
Senza voler anticipare i contenuti
del libro, in conclusione vorremmo riportare due citazioni, una di Kane e la
seconda di un detto del Profeta Muhammed (sas), ripreso da Ibn Kathir nel suo
commento del Corano:
“Non credo che
l’Islam del quale pretendevano di essere i rappresentanti possa autorizzare ad eternam l’asservimento duraturo di un
correligionario, così come accade oggi“.
“A colui che libera uno schiavo
credente, Allah (swt) salverà dal fuoco infernale ogni sua parte del corpo in
corrispondenza ad ogni parte del corpo dello schiavo“.
Il mondo è variopinto.
Il mondo è un grande
mosaico pieno di colori, composto di moltissimi sassi diversi collegati tra
loro per mezzo di ponti interculturali e interreligiosi.