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Cessate ora il fuoco a Gaza senza condizioni


Carissime lettrici, carissimi lettori,
e continuiamo a
pensare ai bambini di Gaza… senza tregua e senza pace…
siamo tutti
lontani da Gaza e non possiamo recarci sul posto….
E non facciamo
altro che pensare alle scene dei bombardamenti..
Bombardamenti
MIRATI contro i bambini che stanno studiando, giocano, ecc….
Gaza come del
resto tutto il mondo arabo
è un
mondo giovane, pieno di bambini che vanno a scuola, tornano dalla scuola, vanno
in moschea, vanno all’ospedale, oppure giocano in un parco insieme agli altri..
Come del resto
tutti i bambini del mondo.
Anche in guerra i
bambini giocano… non sanno che Israele continua a mirare contro di loro con i
suoi razzi della morte…
Non pensano di
essere colpiti proprio loro…
Qui vorrei proporvi
un articolo sulla realtà di Gaza, una realtà che deve finire.
I palestinesi
hanno il diritto di avere il loro stato indipendente e sovrano.
E che il mondo
smetta di chiamarli terroristi… Per noi sono partigiani e null’altro…
partigiani che combattono contro l’invasione e l’occupazione dettata e decisa
non dagli ebrei, ma dai rappresentanti del colonialismo e del sionismo.
Non odiano gli
ebrei – ma odiano gli invasori.
Non hanno nulla
contro l’ebraismo tanto richiamato nel Corano, ma contro  chi invade la loro terra, li opprime e rende
la loro vita impossibile.
E che smettano
tutti di paragonare il numero dei morti su entrambi le parti!
Qui ogni volta
che muore un bambino, muore il nostro futuro.
 Chi uccide una persona, uccide l’UMANITA’ intera…. ecco uno tra gli insegnamenti comuni dell’ebraismo e dell’Islam

Grazie!
Dr. phil. Milena
Rampoldi
La redazione di ProMosaik
e.V.


http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2014/07/28/ARddFQQB-immediato_condizioni_cessate.shtml
Gaza,
Onu: «Cessate il fuoco immediato e senza condizioni»

Gaza – Resta alta la tensione nella
Striscia di Gaza ma la diplomazia si sta muovendo per cercare una tregua duratura:
prima la dichiarazione dell’Onu poi il rinnovato appello di Ban-Ki-Moon per un
cessate il fuoco. Fonti palestinesi parlano di sette bambini palestinesi uccisi
oggi nel campo profughi di Shati, a nord di Gaza.

Un missile israeliano avrebbe
centrato oggi un ambulatorio in disuso nelle immediate vicinanze dell’ospedale Shifa,
il principale di Gaza. Secondo l’agenzia di stampa Maan sul posto ci
sono almeno due morti e numerosi feriti. Israele ha però negato di aver colpito
l’ambulatorio: la radio militare ipotizza che l’esplosione avvertita nel
recinto dell’ospedale Shifa sia stata provocata da materiale esplosivo nascosto
o dalla caduta di un razzo sparato da Hamas.

Hamas: «Pronti a coesistere ma
non con chi occupa».
Il
leader di Hamas, Khaled Meshaal, si dice «pronto a coesistere» con gli
ebrei, i cristiani e gli arabi, ma non con uno Stato che occupa. «Non siamo
fanatici. Non siamo fondamentalisti. Non combattiamo gli ebrei perché sono
ebrei. Non combattiamo le altre razze. Combattiamo con chi occupa». Meshaal lo
dice in un’intervista con Charlie Rose, di cui sono stati diffusi degli estratti
dalla Cbs, sottolineano che Netanyahu «non è attento ai nostri diritti. Netanyahu
ha ucciso la nostra speranza, i nostri sogni e l’iniziativa americana»,
mette in evidenza Meshaal, in riferimento al tentativo di pace degli Stati
Uniti. Sotto l’occupazione israeliana, Israele e lo Stato della Palestina non
possono coesistere. «Quando Israele si impegnerà a ritirarsi da Gaza e se
avremo Gerusalemme capitale e il ritorno dei nostri rifugiati, allora avremo la
pace», continua Meshaal, esprimendo la propria frustrazione contro la comunità
internazionale. «Perché chiede la sicurezza di Israele e non chiede di fermare
l’occupazione? Perché non concede il diritto di vivere ai palestinesi? Questa è
l’ultima occupazione al mondo».

I dubbi di Israele. Le prese di posizione delle Nazioni
Unite non convincono però il premier israeliano Benyamin Netanyahu che
sottolinea come la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu della notte
scorsa «non tiene conto della sicurezza di Israele». Una posizione
espressa in una telefonata con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban
Ki-moon. Per il premier israeliano inoltre, la risoluzione – secondo un
comunicato del suo ufficio – «riferisce dei bisogni di un gruppo terrorista
omicida
che attacca civili israeliani e non ha risposta per i bisogni di
sicurezza di Israele».

4 palestinesi uccisi in
mattinata
. Dopo una notte
relativamente tranquilla in mattinata le sirene di allarme contro l’arrivo dei
razzi sono risuonate in due cittadine israeliane a ridosso della Striscia.
I razzi lanciati non sono caduti in territorio israeliano bensì in quello di
Gaza stesso. Questa mattina l’esercito israeliano ha colpito a Beit Lahia,
nel nord della Striscia di Gaza, dopo che era stato lanciato un razzo verso
Ashkelon, sempre nel sud.

Relativamente a questa ripresa
delle ostilità i media arabi rilanciano la notizia della morte di un bambino
palestinese ucciso da un colpo di artiglieria israeliano nelle vicinanze
del campo profughi di Jabalya, a nord di Gaza. Altri tre palestinesi
sono stati invece uccisi dal fuoco israeliano durante un bombardamento avvenuto
ad el-Bureij, nel settore centrale della Striscia.

Il nuovo appello di Ban. Il segretario generale dell’Onu, Ban
Ki-moon
, lancia un appello alle parti a «rinnovare la tregua umanitaria a
Gaza» e ribadisce la sua «richiesta per un cessate il fuoco che prepari il
terreno per l’avvio dei negoziati». In una nota, Ban «esorta i responsabili a
fare un passo indietro per non provocare nuove tragedie o infliggere altra
violenza sui civili». «Israeliani e palestinesi hanno la
responsabilità di porre fine alle ostilità e avviare un dialogo serio per
affrontare le cause alla radice del conflitto». «Questo – aggiunge Ban – è
l’unico modo per interrompere questo ciclo di violenza e sofferenza».

Fatah e Anp al Cairo nei
prossimi giorni.
Una
delegazione di Fatah e dell’Autorità nazionale palestinese (Anp)
è attesa nei prossimi giorni al Cairo per colloqui – moderati dall’Egitto –
sulla proposta di cessate il fuoco egiziana, con Hamas. A guidare la delegazione
da Ramallah dovrebbe essere – ha scritto Times Of Israel, che cita fonti
palestinesi – Azam al-Ahmed, uno stretto collaboratore del presidente
palestinese Abu Mazen. Insieme a lui il capo della sicurezza palestinese Majed
Faraj, mentre Hamas sarà rappresentata da Moussa Abu Marzouk.

Frizioni Usa-Israele. «Ci sono sempre state delle frizioni fra
Netanyahu e l’amministrazione Obama». Lo afferma il presidente della
commissione di Intelligence della Camera, Mike Rogers, sottolineando che nelle
trattative su un potenziale cessate il fuoco non ci sono state comunicazioni
chiare fra Netanyahu e l’amministrazione Obama sulla difesa di Israele
contro le operazioni di Hamas. Rogers critica anche le indiscrezioni stampa
sull’insuccesso delle trattative per il cessate il fuoco, definendole «non
salutari» e mette in evidenza come l’Iran potrebbe essere il fornitore di armi
a Hamas.

La decisione delle Nazioni
Unite
. Netta la presa di
posizione notturna dell’Onu che tramite il Consiglio di Sicurezza ha adottato
una dichiarazione unanime in cui chiede un «cessate il fuoco umanitario immediato
e senza condizioni» a Gaza. L’esortazione è rivolta a Israele e Hamas al
fine di prolungare la tregua per tutta la durata dell’Eid al Fitr (la
fine del Ramadan) «ed oltre».

La posizione di Abu Mazen. Se l’Onu si è mossa tramite il Consiglio
di Sicurezza, fervono anche i lavori delle diplomazie arabe: fari puntati sulla
proposta di tregua messa a punto dall’Egitto, che «sarebbe in grado di
soddisfare tutte le richieste palestinesi». Almeno di questo avviso è il
presidente della Palestina Abu Mazen che ha sottolineato al quotidiano
saudita Al-Ukaz come la proposta del Cairo «vada incontro a tutte le
richieste dei palestinesi, incluso l’apertura dei valichi e la rimozione del
blocco» della Striscia di Gaza. Abu Mazen spiega inoltre che la Palestina «ha
boicottato il vertice di Parigi proprio perché l’Egitto non è stato
invitato».

Niente spari nella notte. Mentre fervevano i lavori diplomatici,
le ostilità era praticamente cessate nella notte. Secondo un responsabile dei
servizi di sicurezza palestinesi, ci sarebbe stato solo qualche sparo di carro
armato vicino Khan Yunis (nel sud della Striscia). Un portavoce dell’esercito
israeliano ha confermato che nessun razzo è stato sparato da Gaza e che
l’aviazione d’Israele non ha condotto alcun raid dalle 23 di ieri ora locale
(le 22 in Italia).

Ieri l’appello del Papa. Basta con la guerra di cui le prime
vittime sono i bambini: morti, feriti, mutilati, resi orfani, giocano tra i
«residui bellici» e «non sanno più sorridere». I conflitti che insanguinano il
mondo tolgono loro «la speranza, un futuro degno». «È ora di fermarsi!».
Ha invocato dialogo, tregua e scandito un accorato «Mai più la guerra!»
papa Francesco all’Angelus mentre il suo «pensiero» è rivolto soprattutto ai
più piccoli, vittime innocenti della furia delle armi, come si è visto in
questi giorni drammatici a Gaza.